I mille colori del Marocco

Resoconto del nostro tour in Marocco dal 06 al 14 Aprile 2024.

Porta Marocchina


Un viaggio in  Marocco

 

Un viaggio in  Marocco sorprende e incanta per la diversità di panorami mozzafiato e di un’antica cultura che porta con sé le tradizioni dei popoli che qui sono giunti: fenici, romani, bizantini, francesi e spagnoli, hanno influenzato così tanto l’arte e la vita dei popoli berberi, da rendere questo meraviglioso paese uno dei più interessanti dell’intero Maghreb.

Un Paese fatto di città imperiali e notti nel deserto, di pozze piene di colori dove immergere le pelli e di mosaici in ceramica, di terrazze panoramiche e maestose piazze, di couscous e tajine allo zafferano e olio di argan fino all’immancabile tè alla menta. In un viaggio in Marocco c’è proprio tutto, ed è anche meglio di quanto ci si aspetti. Questo è il racconto del nostro viaggio, di ciò che abbiamo visto e vissuto in questo magnifico Paese baciato dal sole, dal mare e dal deserto. Benvenuti in Marocco.

La prima tappa del nostro viaggio è stata una delle città imperiali più importanti del Paese, Fez, vera roccaforte della cultura e dell’identità del Marocco.

Entrando a Fez El Bali, la città vecchia, ti sembrerà di fare un tuffo nel passato dove il tempo si è quasi fermato. I sensi si perdono tra scorci meravigliosi nella medina medievale, tra i suoni tipici del souk, ricchi profumi e moltissimi colori. Nel suo dedalo di vie sono racchiusi mercati di ogni tipo, dai tappeti agli oggetti in ottone, della ceramica ai tessuti e alla pelle, dove le merci vengono ancora trasportate a dorso d’asino o su sgangherati carretti al grido di “Belem Belem”.

Il traffico è incredibile nonostante il primo caldo primaverile e la calma apparente dovuta al Ramadan. Durante il mese del digiuno il ritmo della vita rallenta, molti negozi rimangono chiusi e in quelli aperti il proprietario rimane assopito in qualche angolo nascosto dalle sue merci. Le energie devono essere centellinate fino al tramonto, ma già da metà pomeriggio la vita torna alla sua naturale frenesia.

La prima visita è stata la bellissima madrasa di Bou Inania, una delle scuole coraniche più belle del Paese e uno dei pochi edifici religiosi aperti anche ai non musulmani.

Antistante la scuola vi è un curioso orologio idraulico che in tempi passati aveva la doppia funzione di regolare il tempo della vita e il tempo della preghiera. Purtroppo oggi non è più funzionante perché il suo costruttore, con la sua dipartita, si è portato dietro il segreto del suo funzionamento.

La passeggiata è continuata fino ad arrivare alla splendida porta di Bab Boujloud, una delle porte più belle di ingresso alla medina, con le sue tre arcate di ingresso finemente decorate con maioliche blu nella facciata di ingresso e le maioliche verdi in quella di uscita. Dalla porta principale è possibile avere una suggestiva vista sul minareto della madrasa di Bou Inania e sull’inizio del souk.

La passeggiata nella medina mette alla prova tutti i sensi e, dopo quasi 3h di camminata in sali-scendi, siamo infine giunti all’oasi di pace rappresentata dal Museo Nejjarine, splendido edificio finemente decorato (era un ex funduq, il posto dove i mercanti del passato, oltre che noi nel presente, trovavano ristoro dopo i loro lunghi viaggi) con al suo interno un’interessante collezioni di oggetti tradizionali lignei usati nella vita di tutti i giorni.

La giornata giunge infine al termine e noi ci ritiriamo nel nostro hotel, mentre il resto della città (e del mondo arabo) si riaccendo per la notte. Il Ramadan è agli sgoccioli e la grande festa è dietro l’angolo.

Porta di Chefchaouen

La seconda tappa del nostro itinerario in Marocco è stata la splendida città blu di Chefchaoen, un’autentica perla incastonata tra le dolci e verdi montagne del Rif nel nord del Paese. Una meta indimenticabile, forse ancora di più della fama che la circonda e la precede, chi la vede se ne innamora perdutamente.

Elegante e viva come poche, è davvero una delle città più belle del Marocco. Una cascata di case dalle pareti blu armoniosamente inserite in un meraviglioso paesaggio naturale. Un paradiso per tutti i fotografi: ogni angolo rappresenta uno scorcio ideale per uno scatto mozzafiato, sfondo perfetto per tutte le stories di Instagram. E pensare che per secoli l’accesso in città è stato vietato ai non musulmani…

A coronare la splendida visita della città blu, la notte passata in un suggestivo Riad (il Riad Lina) meraviglioso hotel ricavato dalle tradizionali abitazioni marocchine con i suoi tre piani e camere finemente arredate. L’ottima cena servita nella splendida sala da pranzo con il crepitio del fuoco del camino è stata la giusta coccola finale di un’intensa giornata passata tra i vicoli di Chefchaouen.

Porta di Chefchaouen 2

Nel ritorno a Fez, prima di iniziare l’avventura nel deserto marocchino, siamo passati dalle rovine romane della città di Volubilis. Tra le dolci colline verdi del nord del Marocco, Volubilis rappresenta il sito archeologico più importante del Paese ed inserito nell’elenco dei patrimoni dell’umanità da parte dell’UNESCO. Oggi si possono ancora ammirare le porte di ingresso della città, uno splendido colonnato dove vi era il mercato e dei notevoli mosaici che arredavano le case romane.

Dal colore blu di Chefchaouen, al verde delle colline del nord fino all’ocra del deserto di Merzouga: il Marocco è il Paese dai mille colori.

Arrivando da Fez il paesaggio è in continuo mutamento: abbiamo attraversato la città di Ifrane denominata la “svizzera marocchina” famosa località sciistica, per arrivare a scorgere nel tardo pomeriggio le prime dune dell’immenso Sahara.

Una distesa color ocra che si estende a vista d’occhio, un orizzonte irraggiungibile e come unico suono ad accompagnare la nostra “scalata” la zampa del dromedario che affonda nella sabbia. Dimenticatevi lo stress e la frenesia del nostro mondo, il deserto è un’oasi di pace e tranquillità.

Il tramonto infiamma il paesaggio circostante e in pochi minuti tutto svanisce lasciando il posto al blu della notte, interrotto solamente dal fuoco acceso nel nostro campo tendato, con la cena e il seguente concerto berbero a rompere il silenzio ovattato del mondo circostante.

Dal deserto alla vivace Marrakech passando la Hollywood del Marocco, Ouarzazate, attraverso la strada delle mille kasbah che tanto ha ispirato i registi di ogni epoca. Da Lawrence d’Arabia al Gladiatore (Il primo, ma anche il secondo, ancora in produzione) fino ad arrivare al Trono di Spade, la Kasbah di Ait-Ben-Haddou è stata teatro di numerosi capolavori del cinema e serie tv grazie, ovviamente, ai suoi paesaggi spettacolari.

Se Fez è la capitale della cultura, se Chefchaouen e il deserto sono oasi di pace, Marrakech è la capitale della movida marocchina. Qui non esiste la solitudine, ogni strada è un brulicare infinito di persone, auto, scooter e cavalli che portano tutti in un unico posto: Jemaa el Fna.

La piazza principale è il cuore pulsante di Marrakech sia di giorno, ma soprattutto di notte con i suoi mercanti, musicisti, artisti di strada, giocolieri, incantatori di serpenti e turisti che accorrono a frotte da ogni dove per lasciarsi rapire dal suo fascino. Ma Marrakech è anche altro: è la città dagli innumerevoli e tranquilli giardini, luogo ideale per ripararsi dalla calura estiva, e dei magnifici palazzi tra cui lo splendido Dar el Bacha costruito dal Pacha di Marrakech detto il “traditore”. Il palazzo è un autentico gioiello, ricchissimo di piante e fiori e finemente decorato con una confluenza di vari stili.

Il nostro viaggio termina qui. Sono stati 8 giorni intensi ed indimenticabili, fatti di paesaggi mozzafiato e da un’antica cultura che risplende ancora nella vivacità del popolo marocchino e nelle sue città.

Piazza Djamaa el Fna

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