Il centro storico di Calcata, arroccato su una montagna di tufo, domina la verde Valle del fiume Treja. Al borgo si accede dall’unica porta che si apre sulle mura. Oltrepassando il portone d’ingresso si fa all’improvviso un salto indietro nel tempo. Dove ora sorge il Treja c’era il Paleotevere, il fiume di Romolo, prima degli sconvolgimenti vulcanici del Pleistocene.
Calcata ricorda la vicina Civita di Bagnoregio, il borgo rinato sulla roccia dove però selfie e affitti brevi hanno portato all’overtourism. Troppo infatti sono le visite per un sistema ancora così fragile.
Qui invece l’autenticitĂ del luogo, passato nei millenni da centro falisco, poi etrusco fino ad essere per secoli conteso dalla nobiltĂ romana, dove le alture di tufo delle zone circostanti ricordano i sette colli capitolini , è rimasta intatta anche grazie alla sua particolare comunitĂ .
Gli attuali residenti giunsero negli anni sessanta e settanta quando i vecchi abitanti abbandonarono il borgo per spostarsi nella valle. Erano tutti artisti e creativi in cerca di libertà ed è per questo che oggi Calcata è riconosciuto come il Borgo degli artisti.
Non ci sono solo pittori e scultori, anche musicisti e attori. Si possono incontrare direttamente gli artisti nei loro studi d’arte o ammirare le loro opere esposte nelle gallerie e negli spazi espositivi.
Da oltre quarant’anni vive qui Paolo Portoghesi, famoso architetto, che con la moglie ha realizzato un giardino letterario di tre ettari accanto al centro storico, sparso di citazioni dei suoi modelli. I boschi vicini sono stati invece trasformati in laboratori di pittura con percorsi dove sono esposte le opere realizzate con i materiali grezzi del bosco, una sorta di ritorno alla natura degli artisti. E non manca una grotta trasformata in teatro dove vengono trasmessi concerti ed eventi di arte e design.
👆 il giardino letterario di Paolo Portoghesi a Calcata
Accanto partono i sentieri del parco regionale della Valle del Treja che arrivano alle cascate de monte Gelato, con la sua torre medievale e il mulino ad acqua. Qui verde e natura a perdita d’occhio si fondono con i piaceri della buona tavola e del relax tra un piatto di fettuccine fatte a mano, carne alla griglia e un buon bicchiere di vino tra cui l’Habemus, che ha ricevuto nel 2019 le 4 viti dall’Associazione sommelier.